Far West sull’autobus


Venerdì mi sono concessa un giorno di ferie da passare all’ufficio comunale per l’ICI poichè il mio comune mi ha mandato una bella letterina dicendo che devo pagare una sovratassa poichè ho chiesto la deduzione prima casa su un immobile in cui non risulto residente.

Capite che una tale contestazione mi fa girare subito i ball, perchè in quell’appartamento io risiedo, ininterrottamente, da 27 anni, come testimonia pure il mio certificato di residenza.

Come non bastasse il suddetto ufficio sita in via Capramozza che, come nome, è tutt’altro che rassicurante; senti già la scure del fisco che si abbatte sull’esile collo, deve essere simile alla sensazione che provò Maria Antonietta.

Aspetto l’autobus, il solito, a cui è pure dedicata una sezione di questo blog, salgo e trovo da sedere; mentre sono assorta nelle mie incazzature sento una signora, circa settantenne, che urla ad un signore, circa quarantenne, “togli le mani, altrimenti ti faccio una foto col cellulare”, “toglile subito, immediatamente, brutto stronzo”.

A porta Santo Stefano l’autista apre le porte per fare scendere la gente e la signora urla: “quello stronzo ha rubato il portafoglio a questo vecchietto!!!”

A quel punto scende anche la signora accompagnata da un ragazzo giovane e corrono dietro al ladro e, dopo pochi metri, lo inchiodano.

Ovviamente il ladro ha mollato per terra il malloppo che viene recuperato dal vecchietto che era sull’orlo del pianto, ma che si ringalluzzisce e si spertica in ringraziamenti dopo aver scoperto che non mancava neppure un centesimo.

Direte voi che è un episodio di civica collaborazione tra cittadini che si trovano, senza volerlo, insieme in uno spazio ristretto ed angusto; ed avete anche ragione, ma non è finita qui.

Dall’autobus si vedono il ragazzo e la signora che dice: “che faccio, chiamo la polizia?” ed il ragazzo che risponde: “non importa” e molla un cartone al ladro che, preso alla sprovvista, barcolla; a quel punto la signora fa un cenno col capo al ragazzo che annuisce e parte, dalla gamba della signora, una ginocchiata terrifficante nei bassifondi del ladro.

Segue ululato del ladro con relativo piegamento in due e risalita sul mezzo pubblico della signora e del ragazzo.

Devo complimentarmi con la signora per lo spirito di osservazione e l’atletismo, condivido anche la ginocchiata nelle parti basse, il cartone nei denti lo avrei, però, evitato.

15 pensieri su “Far West sull’autobus

    1. Guarda, lo spero pure io.
      Avrebbe avuto quel che si meritava, comunque anch’io ho fatto l’esperienza del borseggio in bus…e non mi è piaciuta per niente!

  1. questo tipo di giustizia privata è spesso avvallata dalle forze dell’ordine: a Roma qualche tempo fa fu acciuffato un borseggiatore in metro (fermata Ponte Lungo), e come si dice nella capitale lo pistarono di botte (in superficie, giusto per la cronaca), poi un macellaio uscito dalla bottega raccolse da terra il ladruncolo e chiamò la polizia, che chiese al negoziante se dovevano intervenire subito o… dopo qualche minuto, rallentando con malizia sull’ultima parte della frase.

    1. Non è per niente rassicurante.
      Mi fa piacere che le persone stiano attente, vigilino l’una con l’altra perchè questo significa aiuto reciproco, ma non mi piace il far west, le ronde e tutto quello che ne consegue.

  2. Non ho capito perché l’autista, dopo aver sentito che c’era un lestofante, ha aperto le porte del bus.
    So per certo che, anni fa a Genova, in una situazione simile l’autista portò il mezzo direttamente in Questura. Naturalmente non ne era distante.
    La giustizia faidate non è bella… qualche volta utile e… quasi giusta.

    1. Ha aperto le porte perchè l’autobus era murato di gente e l’autista, sul momemento non ha capito cosa stava succedendo.

  3. Ti assicuro, cara Silvana, che nonostante il mio proverbiale “pacifismo” avrei reagito
    come il ragazzo, e come la signora, nel senso che subito dopo l’uppercut avrei tirato il calcio nelle palle e, non soddisfatto, con rapido gesto, pure una bella ginocchiata sul mento quando il tale si e’ piegato in due.

    Detto cio’, la scena andava filmata, e postata.

    io sono stato rapinato due volte, entrambe in quel di Amsterdam, ma era ancora una citta’ molto, ma molto, rischiosa, mi puntarono la lama al collo la prima volta, allo stomaco la seconda, ma dato l’ambient non reagii e consegnai i gulden che avevo con me, con buona pace del coffeeshop che mi attendeva poco piu’ in la’….

    Besos
    Zac

  4. Forse vivo in un giardino incantato, ma sta storia non mi piace per niente. Al borseggiatore un calcio nelle palle, al rapinatore spacchiamo le ossa, allo stupratore tagliamogli i coglioni.
    Al tossico ammazziamolo doi botte ‘uno de manco ea societa’ respira’ (cit. Alberto D’Amico), qualche Cucchi ci rimane: pazienza, difendiamo l’ordine costituito.
    Gli zingari poi sono geneticamente ladri, tanto vale menarli a prescindere

    1. Beh la signora settantenne ha avuto un occhio di falco e una ginocchiata nelle parti basse ti viene quasi spontanea… il cartone nei denti, come ho scritto, lo avrei evitato.

    2. Beh la signora settantenne ha avuto un occhio di falco e una ginocchiata nelle parti basse ti viene quasi spontanea… il cartone nei denti, come ho scritto, lo avrei evitato.

    3. Beh la signora settantenne ha avuto un occhio di falco e una ginocchiata nelle parti basse ti viene quasi spontanea… il cartone nei denti, come ho scritto, lo avrei evitato.

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