Incubo Mediaset


Come sappiamo in molti a Silvio Berlusconi non interessa nulla della politica, del paese e, financo, del partito da lui fondato e non ne sa neppure molto di questi argomenti.

Non ha paura della perdita di Milano, della non conquista di Napoli, non ha paura neppure che si sfaldi la sua creatura partitica, la sua vera paura, quella per cui ha fatto e fa di tutto, sono la perdita dei soldi.

Il suo vero terrore è la sentenza che determinerà la somma di risarcimento a De Benedetti per avergli illecitamente sottratto la Mondadori, e, a ben guardare, deve essere anche quella di tutti i suoi familiari.

Qualche giorno fa si è tenuto il vertice di famiglia nel quale i figli hanno illustrato all’esimio padre quali sono i rischi che sta correndo l’azienda; le strategie filiali sono divise tra quella di Marina, dura e pura come il padre, che lo incita ad andare avanti, a non mollare la politica proprio ora, perchè nei momenti di grossa difficoltà è bene stare nella sala dei bottoni per potere manovrare il tutto, e quella di Barbara che lo consiglia di uscire dalla politica per non attirarsi addosso ire ancora peggiori; in mezzo, titubante ed incerto, ci sta Piersilvio che, di fatto, non sa che pesci prendere.

A conferma che le preoccupazioni di Sivio & Family sui destini economici non sia del tutto peregrina lo conferma anche il costante calo che il titolo di Mediaset ha in borsa da un mese a questa parte con un calo del valore delle azioni del 20% e con la previsione, degli analisti finanziari, che il titolo possa perdere ancora parecchio nei prossimi mesi.

Sopra tutto ciò, appesa come una spada di Damocle, sta, appunto, la sentenza di risarcimento danni per la Mondadori che partendo da un costo di 750 milioni di euro potrebbe abbassarsi fino a 440 milioni, ma resterebbe sempre una bella botta da assorbire soprattuto in virtù del fatto che tale somma andrebbe nelle casse del suo “nemico” storico, che a sua volta possiede il gruppo editoriale L’Espresso e che con quei soldi potrebbe comperare il gruppo televisivo La7, televisione che sta facendo molto male agli introiti pubblicitari di Mediaset, entrando in concorrenza diretta anche nei media televisivi con il gruppo del biscione.

Ironia della sorte il legale che ha difeso De Benedetti nella questione Mondadori è proprio quel Pisapia che è diventanto sindaco di Milano.

Oltre al danno, la beffa.

18 pensieri su “Incubo Mediaset

  1. La7 nell’orbita di De Benedetti mi lascia perplesso… chi conosce bene De Benedetti dice che alla fine è un padronaccio pure lui e che l’antica guerra con Berlusconi è una naturale rivalità tra squali che si contendono lo sbranamento della stessa fetta di mare. Ciò detto è inevitabile osservare come Repubblica sia una testata libera e indipendente, nonché un’efficientissima macchina di informazione (ma voi siete mai riusciti a leggere in un solo giorno tutto il giornale?), ma perché correre il rischio di rovinare quel bel gioiello di artigianato mediatico che sta diventando La7?

    1. Non ho alcun dubbio credere che De Benedetti sia uno squalo al pari degli altri e lungi da me l’idea di beatificarlo, la acquisizione de La7 non sarebbe altro, eventualmente, che un affare economico al pari degli altri e non certo per fare mecenatismo, ma in ogni caso sarebbe, per Berlusconi, una sorta di dito in un occhio sia dal punto di vista economico che psicologico.
      Francamente io tutta Repubblica non sono mai riuscita a leggerla, neppure in ferie.

      1. Sì, infatti non era nelle mie intenzioni e, come dici tu, è una riflessione che poteva scaturire facilmente.
        Ciao

      2. Beh,
        che repubblica sia una efficentissima macchina non c’è dubbio, ma quanto a informazione: una volta viste le foto e letti i titoli non resta molto.
        E gli svarioni sono numerosi.
        Su libera e indipendente, qualche perplessità mi rimane visto che ha individuato un nemico a priori.
        Saluti a tutti.

      3. Io mi sono messa a leggere il Fatto Quotidiano….
        Almeno riesco a leggerlo tutto dall’inizio alla fine.

      4. proprio perché hanno scelto un nemico, e quel nemico è l’uomo più potente d’italia, sono liberi e indipendenti, liberi e indipendenti dal potere, il maggior potere politico e imprenditoriale di questo paese

      5. Caro B.M.,
        non voglio farla lunga, ma è interessante approfondire.
        Libertà e indipendenza dipendono dalla scelta dello squalo di riferimento?
        Quando Berlusco cadrà (dato certo: è capitato a Serse, Alessandro il Grande, Napoleone, Vanna Marchi, Marcello e Claudio Lippi…) e Debendits sarà l’uomo più potente celebreremo le virtù di Libero e Giornale?
        Io poi utopicamante vorrei essere “informato”, cioè conoscere dati per farmi un’opinione, così non mi serve leggere repubblica o giornale perchè so già quello che mi diranno.
        Ascolto Iacona e Celestini che mi raccontano realtà che non conosco e la loro faziosità è, semmai, nella scelta di cosa raccontarmi ma non dubito che quelle cose siano vere.
        Cambierà il vento, Fede abiurerà o sarà martire della libertà?

      6. Se Berlusconi andasse in pensione e cadesse in disgrazia più totale, perché non è solo il fatto di non essere più presidente del consiglio che lo priverebbe del potere, e quindi se il Giornale e Libero non avessero più un padrone e andassero contro De Benedetti che sarebbe il nuovo sultano, allora sì, sarebbero liberi anche loro, solo che è molto improbabile che succeda, perché gente come Fede, Feltri e Sallusti è fisiologicamente portata al leccaculismo e Giornale e Tg4 sono giocattoli di proprietà di Berlusconi, e venduti potrebbero mantenere il nome, ma sarebbero sostanzialmente un’altra cosa. Anche a me piace molto Celestini, ma se devo capire cosa contiene l’ultima finanziaria, non aspetto un monologo di Celestini al riguardo!

  2. Povero Silvio ha ben altri guai: se provate a cercare una “presenza” in internet del suo gruppo, troverete che -al di là dei siti targati Mediaset e strutturati sul modello della televendita- la rilevanza di Povero Silvio nel cyberspazio è pari a ZERO, al contrario di molti suoi concorrenti (Murdoch e DeBenedetti, tanto per non fare nomi) che sono un pezzo avanti.
    Silvio Nostro, al di fuori del declinante mondo dell’audiovisivo vecchia maniera e dell’editoria non elettonica, è un illustre sconosciuto. Forse, proprio per la sua posizione di predominio politico, si è limitato a cercare di imbrigliare il web piuttosto che cercare di utilizzarlo al meglio; si è facili profeti a prevedere che, terminato il suo ciclo politico, le sue aziende andranno incontro ad un rapido declino. Venti anni di ritardo, oggi che il panorama è occupato da Amazon, Google, Apple e il carrozzone di Murdoch, non si ricuperano…

    1. Sicuramente la presenza del gruppo mediaset nelle nuove tecnologie è pari a zero, come è naturale in un imprenditore coperto non solo da leggi dello stato, ma da un governo che lavora per l’impresa di proprietà del capo del governo.
      Questa situazione ha impedito che l’azienda si trovasse davvero in concorrenza e ne ha tarpato le ali sulla ricerca e l’innovazione ed è molto probabile che con la fine di potere di Berlusconi si trovi in difficoltà serie e con poca possibilità di recupero.

  3. Bel post, Cara Silvana.
    C’è anche la questione “digitale terrestre”, nella quale il genitomaschio e’ fortemente invischiato, e che sara’ soppiantata fra pochi anni.

    L’intera famiglia sta studiando la giusta tattica per passare da “martiri”, magari vendendo alcuni rami del gruppo che, ricordo, essere stato fondato e alimentato da:

    a)i soldi da riciclare di mafia, camorra, ‘ndrangheta e sacra corona unita.

    b) la legge “Mammi'”

    c) lo sbarco in borsa con il nome Mediaset per riversare sugli investitori i debiti della fininvest

    d) Mike Bongiorno, prematuramente e gioiosamente scomparso…

    Ciao
    Zac

  4. articolo altamente studiato e veritiero…complimenti. è quello che ho senpre pensato e creduto e aggiungo: la7 è una tv commerciale di qualità, per gente acculturata che ovviamente in italia piano piano si sta facendo strada, per cui molti, ovviamente sentendosi coinvolti, abbandonano le tv spazzatura_demenziali, senza costrutti etc del cavaliere senza cavallo e family_soci…oltretutto la gente è stanca delle stesse menate…la7 è di telecom e non credo che la socità voglia tenerla all’infinito…ha ben altri interessi…invece per il gruppo, l’espresso, significa moltissimo ed è il completamento di un media di qualità!!!

    1. Non so, veramente, se l’interesse di De Benedetti per La7 ci sia veramente, ma l’ipotesi è, per me, suggestiva.
      Grazie

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