Tremate, tremate le suore son tornate


Le suore americane si sono ricordate di essere prima donne e poi suore.

Hanno, 60 madri badesse dei maggiori ordini di suore cattoliche Usa, preso pubblicamente posizione a favore della riforma della sanità voluta da Obama fregandosene bellemente dell’anatema lanciato dalla retriva Conferenza Episcopale americana che boicotta la riforma per il sacro terrore che ammetta l’aborto libero e gratuito.

Là, come qua, non hanno certamente a cuore la vita poichè nessuno di loro protesta o si scandalizza del fatto che gli stati uniti siano al 33° posto per mortalità neonatale ed infantile a causa della mancata copertura sanitaria; molto al disopra della media europea e persino di quella asiatica.

Queste suore, invece, si sono stufate di vedere donne che muoiono di parto nelle cantine e di vedere bambini che muoio di accidenti da noi perfettamente curabili; cominciano a pensare che sia molto meglio preoccuparsi dei bambini già nati, delle loro madri, di tutti coloro che già respirano, pensano, agiscono anzichè star lì a farsi delle seghe mentali su chi ancora è un’ipotesi di vita.

Queste suore sono delle eretiche, sono delle donne che rompono le scatole, sono delle femmine che pensano.

Che facciamo, eminenza, di queste donne e suore le arrostiamo subito o le insaporiamo prima con aglio e rosmarino?

12 pensieri su “Tremate, tremate le suore son tornate

  1. Arrosto di monache con patate, naturalmente..!!

    Scherzi a parte, penso che le puniranno con il vecchio metodo della Chiesa.
    Separazione delle sediziose e trasferimento in lidi lontani.

  2. questo conferma la mia teoria che i vertici della chiesa, con i loro dogmi e le loro prese di posizione radicale, sono sempre più lontani dal mondo reale, dove c’è gente che soffre veramente, non fantomatici messia che si fanno crocifiggere per il bene dell’umanità.
    così come i preti e i missionari che stanno in Africa e invocano a gran voce l’uso del preservativo, queste suore che vedono donne e bambini morire per malattie facilmente curabili, hanno giustamente preso posizione.
    il papa, i vescovi e i cardinali avrebbero solo da imparare da queste suore, e forse, se si sfilassero i loro anelli con castoni, le loro pellicce e quei ridicoli copricapi scendendo VERAMENTE in mezzo alla gente (non limitandosi ad accarezzare i bambini che vanno in piazza san pietro), capirebbero che è giusto così.
    ma quella sarebbe un’altra chiesa in un altro mondo.

  3. Non vedo contraddizione in queste suore fra l’essere donne e l’essere religiose.
    La contraddizione sta tutta in quella che Boff definisce la Chiesa gerarchica in contrapposizione al popolo di Dio.
    Ostacolare la riforma sanitaria di Obama significa andare contro i poveri e disobbedire quindi alla volontà divina.
    Siamo di fronte a una chiesa senza carità; carità che invece hanno in abbondanza queste donne e suore.
    Mi preme precisare che questa assenza di carità caratterizza non di rado anche i semplici fedeli che dimostrano spesso una durezza di cuore superiore a quella dei gerarchi della chiesa.
    Tra le gerarchie ecclesiastiche qualche mosca bianca, come la meteora Luciani, il cardinale Martini e Monsignor Riboldi, dimostrano maggiore sensibilità verso chi soffre di tanti credenti integralisti e ottusi.

    1. Caro Antonio,
      non ci dovrebbe essere uno scollamento tra l’essere suora e l’essere donna, però il fatto di essere legati al voto di obbedienza rende le cose meno facili.
      A me ha fatto piacere che queste madri badesse abbiano ribadito, pubblicamente, che la carità cristiana od umana venga prima di qualunque altra considerazione; finalmente si è anteposta la cura dei già vivi alla cura di chi ha una sola ipotesi di vita.
      Ciao

  4. Affermando che non esiste contraddizione tra l’essere donne e l’essere suore non mi riferivo certamente alla disciplina all’interno della chiesa gerarchica. Hanno dimostrato grande coraggio a sostenere una tesi in aperto contrasto con gli alti prelati, ma, come don Milani, le nostre sorelle hanno compreso che “l’obbedienza non è più una virtù” se entra in rotta di collisione con l’esempio di Cristo, tutto orientato alla comprensione e al perdono.
    Questi gerarchi ecclesiastici, cinici e vendicativi, hanno sempre contrastato chi nella comunità cristiana ha messo al primo posto i poveri e i sofferenti, e per loro si è battuto con esemplare coraggio: un esempio per tutti i preti della “Teologia della Liberazione”, ferocemente osteggiati dalla chiesa gerarchica, e non ultimi i vari don Ciotti, Alex Zanotelli, don Gallo, Davide Maria Turoldo, Ernesto Balducci.

Lascia un commento