Un’impressione prende corpo.
Che i passeggini, quelli da infanti, quelli che si usano per portare a spasso i nostri pargoletti non ancora deambulanti siano la risorsa più importante per i tassisti.
Fateci caso: se uno che ha un passeggino chiama un taxi, il tassista arriva tutto sorridente.
Per forza, il cliente, per aver ragione del diabolico marchingegno e metterlo a bordo, impiegherà un tempo che sfugge a qualsiasi valutazione, possiamo dire tra i 5 e i 10 minuti, non si sa di preciso, e il tassametro intanto continuerà a girare.
I passeggini sono un’equazione algebrica irrisolvibile che nemmeno un tecnico che lavora da dieci anni all’Ikea può risolvere.
Il piegarne uno in maniera accettabile e farlo salire su un auto è un’impresa titanica.
Ho visto ingorghi, in stazione, con file di clienti in fila attendere le evoluzioni di un padre che cercava di aver ragione di un passeggino all’apparenza innocuo e semplice.
I movimenti dell’uomo, in questi, diventano, con il passare dei minuti sempre più nevrotici e convulsi; le mani cominciano a muoversi tremando fincheè si arriva alla rissa a calci e pugni sul passeggino il quale risponde a tono coi suoi ferri appuntiti.
L’effetto finale di queste crisi di nervi è simile a quello che colpisce molte persone quando si recano garruli al minigolf e, dopo un po’, incazzati come bisce perchè il buco della casina è troppo stretto e hanno già fatto trenta tiri con la palla che beffarda torna sistematicamente indietro, vanno in tilt e con la mazza decapitano i nanetti di Biancaneve disseminati sul percorso.
Non si è mai visto un minigolf con i nanetti di gesso ancora dotati di testa.
I passeggini subiscono più danni da parte dei proprietari che dall’usura del tempo o da diaboliche angherie di scatenati fanciullini.
A volte subisce gravi danni anche il taxi perchè alcuni di colpo afferrano l’infernale trasportino e lo sbattono violentemente contro la portiera. Ma se questo non succede, la corsa del taxi partirà, una volta domato il nemico, da almeno 6 o 7 euri in avanti.
C’è come una specie di “supplemento passeggino”, come il supplemento bagaglio; ma il supplemento passeggino non è scritto, se lo deve aspettare il cliente ed è variabile.
I passeggini hanno poi un’altra caratteristica oltre a quella di far salire i tassametri: si raggrumano con rapidità estrema e con facilità irrisoria.
Per cui esiste il famoso “ingorgo di passeggini” che può bloccare per ore angoli di strade, bar, ristoranti, supermercati, navate di chiese, vialetti di giardini.
Il sabato o la domenica il fenomeno avviene in certi punti strategici della città, come per esempio l’angolo di Zanarini o l’angolo Rizzoli-Pavaglione.
Di solito i passeggini sono parcheggiati di traverso, in maniera irregolare, come dopo un tamponamento.
Non si passa.
Bisogna fare una deviazione, come a Verghereto sull’E45.
A far colazione, a volte, davanti ai banconi dei bar, c’è un ingorgo che nemmeno tutto il corpo di vigili urbani riuscirebbe a risolvere.
Passeggini pieni, a volte anche vuoti con bambini che scendono dalle “macchine” come sull’autostrada quando c’è una paralisi per accertarsi di cosa è successo.
Per fortuna comunque che siamo una città appoggiata sul piano; se fossimo a saliscendi come a San Francisco ci sarebbe una mortalità altissima fra gli infanti perchè, conoscendo le mamme bolognesi che partono in discussioni sui massimi sistemi ovunque si trovino o alle uscite delle scuole o in crocicchio, il disastro sarebbe sempre in agguato.
Mentre loro chiaccherano su una bazza di vestiti a poco o nulla o sulla Federica che alla fine poi si è separata e lui, quello nuovo, è un gran figo, i passeggini, per effetto della pendenza, partirebbero in molteplici direzioni e zigzagherebbero come schegge impazzite per la città.
“Soccia, sal va cal cinno!” direbbero i vecchi pensionati vedendoli sfrecciare davanti.
Il rumore di ferraglia arriverebbe pochi istanti dopo.
Immagino !
Sarà ,ordunque, una mia meta durante la prossima visita in terra felsinea.
l’incontro di tante madonne ,tutte insieme, mi fa già dar di testa.
Arrivederci a Bologna.
Arrivederci nell’ombellico del mondo .
Non per niente il tortellino, che è uno dei simboli di Bologna, si dice sia la copia dell’ombelico di Venere.
mi hanno detto che costano anche un occhio della testa
Eccome, costavano già un occhio più di vent’anni fa quando mia figlia era piccola…
è un problema serio per la mamma o il papà ma forse il futuro dei tassi e dei tassisti potrebbe passare proprio per rendersi conto che le famiglie con bambini piccoli possono essere dei buoni clienti e allora cercare di trovare qualche soluzione logica e che faccia la facenda un po’ piu semplice.
Infatti non si capisce perché uno deve essere un ingegnere gestionale per organizzare la faccenda.