Al mare impazza il rito della passerella


Benvenuti alle sfilate di moda mare dei poveri.

Non nella cornice di capo Palinuro nè del teatro greco di Taormina, ma sulle passerelle delle nostre spiagge, fra Riccione e Rimini, fra Cesenatico e Milano Marittima.

Quelle di cemento, che affiorano dalla sabbia, a quadrettoni a volte colorati e che servono per andare dall’ombrellone al bar e dal bar all’ombrellone.

Piccoli nastri roventi su cui si possono guocere alla griglia piedi maldestramente nudi e dove sciabattano ciabatte, zoccolano zoccoli, tacchettano tacchi, zigzagano zeppe.

La passerella per l’alta spiaggia (come l’alta moda) è un girone infernale, severo e implacabile.

Viene solcato da alcune categorie che andiamo ad elencare:

1 – gruppetti di giovani assatanati, arrivati da tre ore di coda in auto, che, indossato il costume in 10 secondi netti, ingaggiano una furibonda corsa verso l’acqua per l’entrata a bomba.

Di solito urlano sguaiatamente (Andreaaaaa! vieni qui, sfigheeee!) ma di solito cadono anche pestando la ciabatta di quello davanti e finiscono al pronto soccorso vanificando il week-end.

Il vecchio pensionato con la moglie dall’ombrellone commenta: “Fora l’ésen!”.

2 – Bagnini, conoscitori delle insidie della passerella, che percorrono con passo da piccione, mandando avanti ed indietro il collo ritmicamente e strisciando sapientemente il piede calloso sul cemento arroventato.

Alle svedesi son sempre piaciuti. E’ che le svedesi non vengono più.

3 – Bambini che corricchiano in slalom salendo e scendendo dalla passerella con secchielli d’acqua pieni, ma che nell’andare su e giù dalla passerella medesima, ne urtano il bordo dentato con l’alluce che subito sanguina copiosamente.

Pronto soccorso.

In coda coi ragazzi della bomba.

4 – Gente inspiegabilmente vestita come fosse ad un sopralluogo della campagna d’Africa.

Sono, di solito, i mariti arrivati da Bologna a trovare la famiglia nel week end.

Arrrivano in spiaggia con passo lento, distaccato, esaminando le truppe, con camice, pantaloni, a volte giacche, scarpe con calzino.

Dopo la passerella affondano nella sabbia e quella sabbia lì se la porteranno poi dietro per giorni e giorni.

5 – Squinzie di dodici anni con perizomi e mini vestitini (non si azzarderebbe a metterli neppure Shakira) che bisbigliano, lanciano occhiate, parlano con la mano davanti alla bocca, emettono squittii e gridolini e risatine all’indirizzo di chissà chi.

E’ l’età.

Il destinatario di quelle attenzioni, cioè il “presunto” figo della spiaggia, solitamente sta dormendo sul lettino e se ne scazza.

6 – Donne, di solito madri di scatenati pargoli, che preparano la sfilata nei minimi dettagli.

Sotto l’ombrellone impiegano dai venti ai venticinque minuti (intanto il bambino ha chiesto da bere e può morire disidratato) a sistemare il pareo, a controllare il trucco, a sistemare la bandana sui capelli, ad infilare l’occhiale da sole giusto.

Poi partono sui tacchi vertiginosi messi apposta per attirare l’attenzione di tutta la spiaggia per via del rumore che provocano sulla passerella di cemento, un rumore simile a Varenne quando lo tiravano fuori dalla stalla prima di una corsa.

Il loro deambulare e ondeggiare fa paura tanto che qualche bagnino mette subito la bandiera rossa.

Arrivano al bar a stento, sapendo di essere state fulminate da centinaia di sguardi di gente fintamente ignara, alle prese con lettura di giornali e libri, ma occhieggiante da sotto l’ombrellone o da sopra il quotidiano a mo’ di agente segreto (l’occhio della donna apparentemente addormentata a pancia in giù sul lettino si socchiude a metà attirato da quel trapestare sinistro).

Il pensionato con la moglie commenta così: “qualla lè l’a n’arriva brisa a sira, la casca premma”.

Con la moglie che ribatte: “mo xa stet lè a guardér, cretén”.

E lui si rituffa nel giornale, facendo finta di non guardare più.

18 pensieri su “Al mare impazza il rito della passerella

  1. quadretto delle vacanze, come capita, spesso si finisce per esaurisi prima di tornare in città; mi diceva un vigile che al ritorno dalla ferie sono come galline impazzite; forse se ne intende di galline! o ama farsi il pollo arrosto! fatto sta che la vacanza per ricarricare veramente le nostre spompate pile, in pochi la fanno per davvero; citami nel tuo post Palinuro, bene io abito a 55 chilometri da Palinuro; bellissimo in settembre, adesso c’è casino, ma non troppo, sai vedo meno gente in giro, sarà una mia impressione

  2. Io sto passando questi giorni di ferie in un paesino di un centinaio di abitanti sull’appennino tosco – emiliano.
    Vedo quattro gatti al giorno e passo il tempo a leggere, navigare e dormire spamparanzata sui divani in giardino.

  3. Non si potevano trovare parole migliore per descrivere i momenti quotidiani della vita sulle spiagge romagnole – per fortuna io arrivo verso le 5 de la tarda (per citare Lorca) quando i gesti si fanno al contrario, si rimettono gli abiti, si chiudono i lettini, il rumore si attenua…attendo che vadano via tutti a prepararsi per la notte festaiola e quando il silenzio è rotto solo dal grido dei gabbiani…entro in acqua! E’ un altro modo di vivere la spiaggia!

  4. Però, la Romagna è la Romagna. C’è un bel da dire, ma si rimorchia pure.
    Bei tempi e bei momenti, nella ressa, nel caldo, nel rumore con i bambini che si perdono e con quello che passa che ti butta la sabbia addosso, ma con l’età che questi ragazzi e questa squinzie hanno, è il massimo.
    Un po’ di Romagna fa bene al sangue. Io la prescriverei come cura disintossicante.
    Vuoi mettere con la noia di una spiaggia alla “milionaire” che se non hai un pareo firmato, un paio di occhiali blu e almeno quattro smeraldi per dito, non vali un cazzo?
    Viva la Romagna, il buon mare casereccio, dal buon odore di olio solare.
    Ciao Silvana. buona spararanzata al fresco.

    1. Ma io non ce l’ho mica con la Romagna e relativo mare.
      Mettevo in evidenza soltanto certe caratteristiche che ho notato nel corso degli anni e che, nel corso degli anni, non sono minimamente cambiate.
      Ma lo facevo con spirito bonario e un po’ brontolone.
      Poi, io, non sono certo il tipo che ama i posti alla bilionnere o il mare strafighetto della sardegna; al massimo preferisco i freddi e solitari mari della Normandia.

  5. Stessa spiaggia
    stesso mare !
    Al ritorno dalle vacanze, rigorosamente home made, lontane dai tour operator tutto incluso anche le delusioni,mi ritrovo a trascorrere i pomeriggi post lavoro sul lido frequentato da 42 anni.
    I cambiamenti ci sono stati in questi anni .
    Al tuo bellissimo elenco di ”personaggi” da spiaggia, io aggiugerei quello autoctono, indigeno,prodotto regionale come quelli che forniscono gli autogrill.
    Signori vi presento il ”pinquino salentino”.
    Non è uno scherzo ! I pinguini qui in salento ci sono eccome !
    Ce ne sono di tutte l’età e sesso.La loro caratteristica sovrapponibile a quelli del continente antartico ,è che l’estremità inferiori sono protette da protezioni che chiamare sandali, scarpe da mare, zoccoli, infradito, diventa una opinione.
    La posizione dei ”piedi”, che formano fra loro un angolo di 80-90 gradi, alle ore 10 e 10 minuti per inciso,deformano variano interpretano il ruolo dei copri piedi.
    Sono accompagnati molto spesso da pezzi di focaccia bianco-rossa che le fauci ,profonde, immerse fra zigomi gonfi e paffuti, addentano poco prima dei pasti principali.
    L’uomo pinguino indossa un pantaloncino con un largo elastico che . sotto il largo addome e dall’osso pubico risale posteriormente verso la zona sotto costale.
    La donna pinguino invece indossa una gonnellina acquistata quasi sicuramente da empori da spiaggia moventi, che abbraccia il sopralargoaddome (tutto unito). Il costume per coprire le abbondanti ghiandole mammarie si discosta poco dalla copertura inferiore lasciando uno spazio virtuale ai raggi del sole.
    I piccoli, di età s’intende, sono di dimensioni pari ai genitori già all’età della pubertà e con vestiti simili.
    Ne sono certo ,che la globalizzazione , abbia cambiato ,non solo l’abitat originale ,ma anche gli aspetti estetici.
    E’ solo un modesto contributo al tuo bello ed articolato scritto.
    Dal tuo inviato-residente un ciao.

    1. Anche il tuo, di ritrattino, non è niente male.
      Ma sul serio esiste, così diffusamente, tale animale da spiaggia?
      Peggio, molto peggio, di quelli che frequentano i lidi romagnoli!

  6. Le famiglie di ”pinguini salentini” esistono, ma non insistono.
    E’ solo una metafora per comprendere come la globalizzazione , abbia influito sui consumi e sulle abitudini.
    Da lavoratore in ambito sanitario, un capitolo a parte lo riserverei al cambio di postura adottato durante la lettura sui lettini, spiaggine ecc.
    Le lunghe ore trascorse davanti a monitor e/o tv, sta cambianto la normale curva della colonna lombare.
    Da lordotica , cioè con la parte convessa anteriore e la concava posteriormente, sta diventando lineare.
    Ciò comporta che la normale seduta sul bacino e sull’ischio, si sta spostando inesorabilmente verso l’osso sacro,ma la parte posteriore di questo.
    Il peso concorre ad ingravidare la postura e alla riduzione degli spazi intervertebrali.
    Le donne con i tacchi alti.
    Rendono bellissima la presenza e l’incedere,ma ,è notizia di questi giorni, accorciano il polpaccio,i surali, il tendine d’Achille, cambiano le articolazioni delle ossa dei piedi con inevitabili algie nei cambi di calzature .
    Non voglio annoiarvi più di tanto,ma capita che ogni due -tre pagine di un libro, volga lo sguardo sull’abitat che mi circonda ammirando ogni tanto delle splendide creature 40enni create prima dell’avvento dei computer, della tv color, cresciute con il latte ed il pane .
    Scusatemi ,se poteste.

    1. Anche tu lavori nell’ambito sanitario?!? Pure io.
      E’ normale, però, che i cambiamenti di lavoro, di abitudini conduca ad un cambiamento delle morfologia scheletrica.
      Quando la maggior parte lavorava nei campi, privi di mezzi, erano molto più curvi anche in età giovanile.
      I tacchi… i tacchi sono croce e delizia delle donne; io, che sono una venere tascabile, non li porto quasi mai.
      E mi sembra normale che tu dia un’occhiata (magari discreta) alla fauna che ti circonda, e alle belle quarantenni; ma che dire delle “straordinarie” cinquantenni come me?

  7. Quanti ricordi da questo post…
    In ordine sparso..magari poi ci torno con più precisione..
    discoteca altromondo e poi altra disco di miramare piena di ragazzotti dei vespini…puzzavano a distanza di kilometri.
    Altra discoteca dominata dallo “zanza” mitico playboy della riviera..piena di nordiche..svedesi per la maggior parte (gnocche di notevole levatura devo ammettere..ma con un gusto..vicino ai minimi..tra lo zanza ed uno scimpanzè… meglio lo scimpanzè).
    La collina con Paradiso … PeterPan….Pascià..ed un’altra che non ricordo..
    Riccione.. New Jimmy..posto di folli.
    Rimini …Embassy..dove incontrai una delle probabili donne della mia vita..di cui non ricordo il nome ma a cui ho dedicato un post..”racconto d’estate”..
    bestia…quanti anni son passati..
    a.y.s. Bibi

  8. Le cinquantenni è vero sono straordinarie !
    Avete a disposizione dei vestiti ed accessori che vi rendono veramente belle.
    Ciò non per coprire i segni del tempo, quelli si intuiscono,ma per esaltare la vostra fisicità di un tempo.
    La moda attuale, anche se ormai al tramonto, propone jeans a vita bassa tali da strigere le parti molli del bacino in due pezzi : superiore ed inferiore. Orrendi.
    Disegnati per le semi-anoressiche ,hanno fatto breccia anche fra le più ”capienti” costrette a rincorrere continuamente la caduta ,con le mani.
    I maschi cinquantenni.
    Non hanno molto da proporre.
    Il sedere è diventato quasi piatto, la pancetta è indistruttibile ed i vestiti cambiano solo per il colore.A prezzi molto alti si può ottenere qualcosina,ma ..meglio allenarsi,alimentarsi bene e per tutto l’anno, non fumare,curare il taglio dei capelli e della barba se lunga, non farsi sorprendere in sciatteria.
    Anche con poco si può,ma alle donne non ci si arriva.
    Pazienza.
    La romagna : l’ho scoperta da poco, pazienza, ma fortuna che ho ancora mezzo secolo a disposizione. AH ah

    1. Io ai miei segni del tempo ci tengo.
      Come diceva Anna Magnani ad un truccatore che voleva coprire le rughe: lasciamele tutte, ci ho messo una vita a farmele.
      Mitica!

    2. ehmmm ..non vorrei sembrare permaloso ma non generalizzerei.. i cinquantenni non sono poi così male.
      E’ come con il vino, c’è il vino buono che invecchiando migliora e c’è quello in tetra-pack…che anche se lo bevi subito fa schifo.
      a.y.s. Bibi

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