Casta Crociere


Ora diranno che noi italiani non riusciamo a diventare seri nemmeno nelle tragedie, anzi riusciamo subito a trasformarle in macabre farse. Gli altri hanno il Titanic, noi la Concordia. L’italianissima “nave più grande del mondo” che, già per com’è posizionata, mezza sott’acqua e mezza sopra con uno squarcio nella chiglia, è la migliore icona del paese che siamo. Più che un naufragio, una parabola.

Del capitano Schettino sappiamo tutto e forse, si spera, anche troppo. Ma non era mica solo, sulla nave. Invece è come se lo fosse: se il comandante impazzisce, o si ubriaca, o picchia la testa, non c’è niente da fare. Nessun controllo, nessuna valvola di salvaguardia. Un uomo solo al comando, con potere di vita e di morte su tutti gli altri. E, se dà via di matto o semplicemente si fa gli affari suoi, peggio per noi. Vi ricorda qualcosa? Poi ci sono i passeggeri, che al “si salvi chi può” danno il meglio, ma anche il peggio. Uno, accecato dalla disperazione, strappa il salvagente al vicino e lo lascia affogare. Altri fanno a botte o calpestano la massa per arrivare prima alle scialuppe saltando la fila e, conquistato un posto sulla barchetta, scacciano i bambini o i vecchi o le donne o disabili perché “non c’è più posto”. Vi ricordano qualcuno? Il “particulare”, lo chiamava Guicciardini. Poi c’è Costa Crociere, che prima difende il comandante e poi lo scarica, dichiarandosi parte lesa perché ha fatto tutto da solo (ma proprio perché poteva fare tutto da solo Costa Crociere non è parte lesa). Vi ricorda qualcuno?

E siamo a Schettino, per gli amici “Top Gun”, che nelle interviste fa il ganassa con le battute sul Titanic. Se c’era bisogno di qualcuno che rinfocolasse i luoghi comuni sull’italiano in gita, eccolo pronto alla bisogna. Il tipico fesso che si crede furbo, ganzo, fico. Il bullo abbronzato coi ricci impomatati e i Ray-ban neri che conosce le regole e le rotte, ma è abituato ad aggirarle, a smussarle. C’è l’amico di un amico a riva da salutare a sirene spiegate? Che problema c’è, se po’ fa’. C’è da accostare per il rito dell’ “inchino” ai turisti portati dalla proloco? Ma per carità, si accosta. Accosta Crociere. Perepèèèèè. Crash! Ops, uno scoglio. E lui dov’è, al momento del cozzo? Una turista olandese giura che era al bar a farsi un drink con una bella passeggera appena rimorchiata. Perché la patonza deve girare, no? A quel punto, con la nave gonfia d’acqua, si chiama la Capitaneria per dire “Tutto ok, positivo”. Poi si parla di “guasto a un generatore”. Minimizzare, sopire, troncare finché si può. Crisi? Quale crisi? I ristoranti sono pieni, le stive pure. L’affondamento è solo psicologico, il classico naufragio percepito. Basta non parlarne e sparisce. Negare tutto, anche l’evidenza.

Infatti è la Capitaneria a informarlo che la sua nave affonda. E allora “abbandonate la nave”: lui per primo, assicurando però “stavo a poppa, ora torno sul ponte, a bordo ci sono solo 2-300 persone” (sono ancora tutte e 4 mila, però il vero bugiardo dà sempre cifre false ma precise). Il solito De Falco –c’è sempre un De Falco sulla rotta dei furbi fessi– lo sgama: “Ma lei è a bordo?”. “No”. “Vada a bordo, cazzo! È un ordine”. “Sono qua sotto a coordinare i soccorsi, ora vado a bordo”. Invece è già all’asciutto, aggrappato a uno scoglio. Verrà avvistato sulla banchina mentre aspetta il taxi per l’hotel Bahamas. Manca ancora un ingrediente: la telefonata a mammà. “Sto bene, ho cercato di salvare i passeggeri”. Come si chiama mammà? Rosa, e come se no?  Lui intanto mente pure sull’ultima manovra: “L’ho fatta io per facilitare i soccorsi”. Invece l’han fatta le correnti. Poi pesca a piene mani dall’inesauribile serbatoio dello scusario vittimistico nazionale: tutta colpa di “uno sperone di roccia non segnalato, la carta nautica dice che non doveva essere lì”.

Il solito complotto degli speroni rossi, degli scogli spuntati a sua insaputa: se Vespa lo chiama a Porta a Porta, lui tira fuori il plastico. Non resta che svignarsela nella notte, quatto quatto, “per senso di responsabilità”, lasciando fare agli altri, ai tecnici. Vi ricorda qualcuno? Tipo un altro che aveva cominciato sulle navi da crociera?

(Marco Travaglio)

10 pensieri su “Casta Crociere

  1. Siamo in sintonia sulle analisi dei fatti e dei misfatti, vergognosi di un responsabile. Confrontare uomini senza ossatura come questo apparente “comandante” a uomini come Silvio significa essere supponenti e accecati dalla propria superbia che come nel comandante ha prodotto errori di valutazione e incapacità di realizzazione della gravità della situazione. L’Italia e un poco tutta l’europa hanno peccato di superbia conferendo posti di responsabilità con stipendi e compensi esagerati a molti di voi, a molti di loro ” le caste” che non meritate nemmeno un poco di essere paragonati alla grande maggioranza del popolo italiano.
    I passeggeri, i soccorritori, i gigliesi, il popolo toscano hanno mostrato la natura vera dell’essere italiani. Tutto il resto è l’ingrata realtà di cui siamo succubi.
    Caro Marco, non sentirti fuori o al di sopra ma dentro una Casta elitaria come molti.
    Serafino

    1. Guardi le analogie tra il comandante, Silvio ed una certa Italia sono moltissimi, come moltissimi sono le analogie tra il comportamento dei gigliesi e quelli dell’altra Italia che esiste, ma non riesce ad emergere.

    1. Di sicuro proprio io e te lo abbiamo votato!
      Il problema sta proprio lì, sul fatto che sono milioni ad essere degli incapaci fancazzisti.
      Besos

  2. Visto?
    senza tante ricerche uno e’ capitato qui da te, il severino che chiama il nano per nome, la cristallina rappresentazione del cancro di questo paese, basta leggere quando scrive “molti di voi”, per capire il populismo che ci ha quasi sfasciato, ma il tale lo capira’ solo quando sara’ al cimitero.

    Io preferisco Schettino al nanopriapo, se proprio devo scegliere.

    Ma questi monocellurari non hanno mai un blog o un indirizzo email??

    Besos
    Zac

    1. Questo articolo di Travaglio ha scatenato un putiferio in rete.
      C’è chi sostiene che stia facendo sciacallaggio, chi dice che sulle tragedie non si scherza, chi pensa che non riesca a non parlare di B.
      Ritengo, invece, che abbia semplicemnte fatto un parallelismo tra le vicende della Costa e le vicende italiane e, di punti di contatto, ahimè c’è n’è è più di uno.
      Tra Schettino e B. avrei scelto l’america…

    1. A me piacerebbe conoscere anche le telefonate intercorse tra il capitano e la costa crociere, perchè anche lì non deve essere tutto così pulito e trasparente.

  3. ma se da sempre le navi sfiorano le isole toscane per inchini e saluti vari, ringraziate o sollecitate dal sindaco del luogo e sono nel cartellone delle attrazioni turistiche, capitanerie di porto e procure (come quella di grosseto che invoca il carcere preventivo) che ci stanno a fare, cazzo!
    per le persone facili che non hanno dubbi mai

    1. Questo è vero, la coerenza non è proprio una nostra virtù.
      Come dice Guccini: “per chi non è abituato, pensare è sconsigliato”, figurati avere dubbi.
      Cazzo!!!

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