Ebbene sì, sono comunista


L’altro giorno a pranzo con un amico parlavo di politica.

Lui è stato candidato nelle liste del PDL alle recenti regionali emiliane, figlio di un socialista vero che si è fatto la galera, è transitato per il partito socialista per arrivare alla quasi “naturale” casa della libertà.

Ovviamente non eravamo, come sempre, d’accordo su quasi nulla e, mentre discutevamo, mi è uscita una frase che  non pronunciavo più con tanta convinzione e soddisfazione da tempo: ma io sono comunista.

Ed è vero, lì mi sono scoperta ancora tanto, soprattutto oggi, comunista.

Oggi che nessuno si vergogna delle passate origini fasciste, perchè dovrei vergognarmi io di essere comunista?

Oggi, che chiamare comunista qualcuno è un insulto, insultatemi pure, sono comunista.

E state tranquilli, essere chiamata così è per me un onore; essere stata rappresentata da un grande uomo, ancora prima che un grande politico, come Enrico Berlinguer è per me motivo di soddisfazione ed orgoglio.

Sono comunista perchè ho dignità, sono comunista perchè ho onestà, sono comunista perchè ho decoro, sono comunista perchè ho stima e considerazione di me stessa.

Sono comunista perchè sogno una libertà diversa da quella americana, sono comunista perchè penso di poter essere viva e felice solo se lo sono anche gli altri, sono comunista perchè sento la necessità di una morale diversa, sono comunista perchè è una forza, un volo, un sogno, uno slancio, un desiderio di cambiare le cose, di cambiare la vita.

Sono comunista perchè è un ideale difficile da perseguire, spessissimo utilizzato impropiamente da tanti professatisi tali.

Sono comunista perchè concetti di eguaglianza, solidarietà sociale, partecipazione, sviluppo etico ancor prima che idee politiche sono idee di umanità consapevole e vera, appartengono alla società civile e non a quella bestiale.

Sono comunista perchè ci sono stati uomini come Che Guevara che hanno rinunciato al potere, all’ossequio, al denaro e sono andati a farsi ammazzare per portare ovunque un sogno ed un’utopia.

Sono comunista perchè, a me, la pelle d’oca viene ad ascoltare a Santa Clara “Hasta siempre comandante” e non a sentire “Per fortuna che Silvio c’è” a Cologno Monzese.

Sono comunista perchè, quella sera, a Cienfuegos, il vecchio cubano non mi ha parlato di Castro, mi ha parlato solamente di Fulgencio Batista, di Ramon Grau San Martin e tanto, tanto di Josè Martì.

Sono comunista perchè a sinistra ho rappresentanti come D’Alema, Veltroni, Bersani che un discorso del genere non sono mai stati capaci di farlo e non saranno mai più capaci di farlo:

Intervista ad Enrico Berlinguer del 28 luglio 1981

I partiti non fanno più politica, sono soprattutto macchine di potere e di clientela, idee ideali e programmi pochi e vaghi, sentimenti e passione civile zero.

Gestiscono interessi senza alcun rapporto con il bene comune non sono più organizzatori del popolo, sono federazioni di correnti, camarille ognuno con un boss ed un sotto boss.

I partiti hanno occupato lo stato e tutte le sue istituzioni a partire dal governo, hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la rai tv, alcuni grandi giornali.

Il risultato è drammatico, tutte le operazioni che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in funzione dell’interesse del partito della corrente o del clan a cui si deve la carica; un credito bancario viene concesso se utile a questo fine, se procura vantaggi e rapporti di clientela; un’autorizzazione amministrativa viene data, un appalto viene aggiudicato, una cattedra viene assegnata, un’attrezzatura di laboratorio viene finanziata solo se i beneficiari fanno atto di fedeltà al partito che procura quei vantaggi.

Anche quando si tratta solamente di riconoscimenti dovuti.

Molti italiani, secondo me, si accorgono benissimo del mercimonio che si fa dello stato, delle sopraffazioni, dei favoritismi, delle discriminazioni, ma gran parte di loro è sotto ricatto hanno ricevuto vantaggi, magari dovuti, o sperano di ottenerne.

La questione morale non si esaurisce nel fatto che essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori devono essere denunciati e andare in galera, la questione morale nell’Italia di oggi fa tutt’uno con l’occupazione dello stato da parte dei partiti e delle loro correnti, fa tutt’uno con la guerra per bande, fa tutt’uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro che vanno semplicemente abbandonati e superati.

Quando si chiedono sacrifici al paese e si comincia con il chiederli ai lavoratori mentre si ha alle spalle una questione come la P2 è assai difficile ricevere ascolto, ed essere credibili; quando si chiedono sacrifici alla gente che lavora ci vuole un grande consenso, una grande credibilità politica e la capacità di colpire esosi ed intollerabili privilegi.

Se questi elementi  non ci sono l’operazione non può riuscire, se si continua in questo modo in Italia la democrazia rischia di restringersi non di allargarsi e svilupparsi.

La nostra democrazia rischia di soffocare in una palude.

Aprendimos a quererte                           Abbiamo imparato ad amarti

desde la historica altura                          sulla storica altura

donde el sol de tu bravura                     dove il sole del tuo coraggio

le puso cerco a la muerte.                       ha posto un confine alla morte.

Aqui se queda la clara,                              Qui rimane la limpida

la entranable trasparencia                       penetrante trasparenza

de tu querida presencia,                           della tua amata presenza,

comandante Che Guevara.                       comandante Che Guevara.

Tu mano gloriosa y fuerte                        La tua mano gloriosa e forte

sobra la historia dispara,                          spara sulla storia

cuando todo Santa Clara                           quando tutta Santa Clara

se despierta para verte.                             si sveglia per vederti

Vienes quemando la brisa                        Vieni bruciando la nebbia

con soles de primavera                             come il sole di primavera

para plantar la bandera                             per piantare la bandiera

con la luz de tu sonrisa.                             con la luce del tuo sorriso.

Tu amor revolucionario                            il tuo amore rivoluzionario

te conduce a nueva empresa,                 ti spinge verso una nuova impresa,

donde esperan la firmeza                         dove aspettano la fermezza

de tu brazo libertario.                               del tuo braccio liberatore.

Seguiremos adelande                                Continueremo ad andare avanti

como junto a ti seguimos                         come fossimo insieme a te

y con Fidel te decimos:                              ed insieme a Fidel ti diciamo:

“Hasta siempre comandante!”                 “Per sempre comandante!”

Perchè come dice Francesco Guccini: da qualche parte un giorno, dove non si saprà, dove non l’aspettate, il “Che” ritornerà.


20 pensieri su “Ebbene sì, sono comunista

  1. Comandante, eres el icono de la juventud antimperilista, tus palabras y enseñanzas viven hoy en cada persona que desea para este mundo la justicia social y le hermandad entre los pueblos, eres un honor para toda latinoamerica y representas los sueños de libertad mas sublimes. Que importa que unos pocos tontos e ignorantes te difaman si el mundo te recuerda como lo que eres: Un eterno Don Quijote

  2. Comunismo o Fascismo, i soliti estremi, bisognerebbe guardare i significati e le parole.
    E se si conosce Berlinguer, chi era, cos’ha fatto, è innegabile che Berlinguer sia stato un grandissimo uomo.
    Saluto a pugno alzato.

  3. Sono di Destra quella estrema, e da avversario politico dico che Enrico Berlinguer è stato un Grande Politico ed un Grande avversario.Riposa in pace Enrico.

  4. Dalla sua morte molte cose sono peggiorate,per la classe operaia,e dipendente,ve lo dico senza citare vari dati. Cazzo i giovani come me,dovrebbero sapere che il movimento comunista italiano non era dittatura,ma era e voleva essere in ambito democratico,e soprattuto dava la dignità di chi lavora produce e manda avanti il paese. Compagni a voi il compito di informare,e salvare questo paese dalla oscura ombra del malvagio. LA DIGNITA’ ci salverà…

  5. un articolo così bello e toccante erano anni che non lo leggevo… complimenti silvana

    questi catrami che si definiscono di sinistra (ma dicono e fanno cose di destra) avrebbero solo da imparare e poi tacere. per sempre!

  6. Cara Silvana, ero, sono e saro’ sempre COMUNISTA, per le stesse motivazioni da te diligentemente elencate che fanno parte anche del mio DNA.
    Non mi vergogno di esserlo perche’ non ho nulla da spartire con i vari Regimi a cui questo nome e’ stato associato, questo non so se valga anche per i Fascisti ma sinceramente di loro non me ne frega nulla.
    L’Italia ha avuto il suo regime eppure i suoi sostenitori o nostalgici ancora oggi fanno la voce grossa, la Democrazia Cristiana non ha mai condannato fino in fondo quel regime anzi un buon 40% dei loro elettori erano ex fascisti.
    La Chiesa ha sempre sostenuto la ex DC come ora fa con il PDL e la Lega ma ha sempre esorcizzato IL COMUNISMO come il Diavolo specialmente dopo la caduta del Regime Sovietico.
    Evidentemente quella che noi comunisti chiamiamo ETICA MORALE crea in altri un fastidio tipo ORTICARIA, questo dimostra che troppi in Italia sono CIECHI, SORDI, MUTI ed EGOCENTRICI nonche’ dei perfetti IGNORANTI.
    HASTA SIEMPRE COMANDANTE.
    Marinella

    1. Il comunismo ha dato l’orticaria soprattutto dopo la caduta dell’Urss perchè non c’era più la paura del regime, perchè il comunismo avrebbe potuto prendere una strada diversa ed il suo partito votato anche da gente che prima non lo avrebbe fatto.
      Poi è anche vero che, almeno noi, e non i nostri attuali rappresentati siamo diversi; abbiamo un’etica politica vera che spaventa quest’Italia pronta a tutto pur di apparire e fare i furbi.
      Hasta siempre, Marinella

      1. brava! preciso!
        è questo che da noia, l etica morale che in questo paese di furbetti è oramai morta e defunta!
        quell’etica che tutti, e sottolineo tutti, i rappresentanti della cosidetta sinistra hanno buttato al cesso, preoccupandosi solo e soltanto del loro orticello, (leggi cadreghino) anzi del loro quartierino…
        è questo che piu mi fa male. e piu tento di capire il voto al nano, piu mi rendo conto che la motivazione è una e una soltanto: lui ci permette di fare quello ceh ci pare, purchè non gli rompiamo i coglioni…

  7. penso che se la sinistra avesse un leader con un quinto del calore, della passione e del.. comunismo che traspare da queste parole, ci potremmo già considerare fortunati.

  8. Carissima Silvana ciao. Non ti conosco di persona (e vorrei tanto avere questo piacere!), ma devo dirti che più ti leggo più scopro la tua anima rivoluzionaria, passionale e gentile.
    Mentre leggevo l’articolo quasi tremavo di commozione ( e di sdegno per tutte le schifezze che ci propina questa dittatura PADANONAZIFASCISTA). Il CHE è stata una leggendaria figura alla quale nessun giovane di allora(come me) ha potuto sottrarsi.Pensa che, a suo tempo, scrissi una ballata intitolata appunto “CHE GUEVARA” e, su di una pergamena, la spedii ai compagni cubani. Vorrei poterti dire tante altre cose interessanti ma non voglio rubarti spazio. Ti dico solo che una piccola parte del discorso di Berlinguer l’ho riportata in un mio lavoro e che ho votato per Nichi Vendola perchè ho sempre pensato, e penso, che “IL BENE COMUNE E’ IL MIO BENE”. Complimentissimi all’articolo, al tuo coraggio, alla tua lealtà e sopratutto alla tua fierezza! Un abbraccio forte. Antonio.

  9. Hasta la victoria siempre comandante…e oggi più che mai il mondo avrebbe bisogno di gente come lui, lui è stato molto di più…non come questi pagliacci che fanno finta di governare e rubare soldi…
    lui era un rivoluzionario…ed è proprio ciò di cui avremmo bisogno oggi…

  10. in parte il merito del tuo orgoglio è di berlusconi, nel senso che dopo la svolta del pci in pds, dopo la caduta del muro di berlino, dopo la svolta capitalista di Mosca, sembrava che i termini “comunista” e “comunismo” fossero destinati al museo del glossario politico, invece berlusconi ha cominciato a dare del comunista a tutti quelli che erano contro di lui, o semplicemente non con lui, creando artificialmente un senso di identità in chi comunista non lo era o non lo sarebbe stato mai, così l’appellativo comunista per metà del paese è diventato una sorta di complimento, per l’altra metà un insulto, un insulto però di quelli vuoti privi di un vero significato, leggevo qualche settimana fa di un proprietario di una lavanderia condannato perché aveva rivolto vari insulti razziali a un cliente di colore, del tipo “negro di merda” e l’immancabile “ve ne dovete tornare a casa vostra”, e in mezzo ci aveva infilato un “comunista di merda”. Divertente è anche un audio che si trova su youtube di una trasmissione di fabio volo proprio sull’uso di comunista come insulto: http://www.youtube.com/watch?v=3Sr_-KNKe_g

    1. Le argomentazioni che esponi sulla proprietà del termine comunista sono vere.
      Io ho sempre votato per il PCI anche prima di Berlusconi, ma ammetto molto tranquillamente che i suoi comportamenti e l’utilizzo del termine come insulto abbia nuovamente compattato un’identità che si andava diluendo.
      Rimangono comunque valide, almeno per me, le osservazioni che facevo sul comunismo come idea e concetto, mentre la sua applicazione in termini reali nell’URSS e nei paesi satelliti è stata fallimentare.
      Ciao, grazie della visita e del commento.

  11. Cara Silvana,
    la tua rivendicazione di un’etichetta politica dotata ormai di scarsa fortuna ti fa molto onore.
    E se alla definizione di comunismo fossero associate tutte le caratteristiche che hai elencato, dovremmo tutti essere ben fieri di quella categoria, e impegnati in un incessante proselitismo.
    Nel linguaggio corrente, anche al netto di deviazioni propagandistiche e velatamente reazionarie, così come nei vocabolari italiani, il comunismo è però un’altra cosa, e sta ad indicare una corrente di pensiero politico che ha conosciuto una grande popolarità, alcuni nobili e a volte eroici rappresentanti, alcune più o meno tragiche e distorte applicazioni reali, ma che, aggiungerei, temo appartenga ormai all’archeologia: enfatizzando, mi sembra un po’ come proporsi oggi come socratici o illuministi.
    Le sfide della realtà globale odierna, alla quale ci ha portati il modello capitalista impostosi storicamente (considerato addirittura ‘vincente’), sono di un tale livello di novità e drammaticità, che l’inadeguatezza degli strumenti di pensiero politico classici finisce per collaborare con gli interessi distruttivi, guerrafondai e nemici dell’uomo caratteristici dei potentati economici.
    E anche dal punto di vista strategico, cioé nella speranza di sensibilizzare più gente possibile alla crisi che si sta compiendo sopra le nostre teste (la maggior parte delle quali ignare e dormienti), non credo che quell’etichetta, pur con tutta la nobiltà storica che può vantare, sia utile, in quanto foriera di arroccamenti, divisioni, tifo da stadio.
    Credo che chi come te si sente ancora e sempre comunista, e abbia anzi il coraggio di questa bandiera, dovrà fare uno sforzo di tenerla chiusa nel proprio cuore, proprio per dare sollecitazioni, risposte e proposte più comprensibili alla gente, dato che, più di una rivoluzione armata, penso che ci sia l’urgenza proprio di questo: di una rivoluzione, cioé, nella percezione della realtà.

    Un caro abbraccio e un saluto (…di nascosto) col pugno chiuso.
    Franz

    1. Caro Franz, lungi da me l’idea di una rivoluzione armata; ma di una rivoluzione culturale e di pensiero sì.
      L’essere comunisti di questo appello sta nella visione diversa della politica, nell’esercizio di un’etica differente, in una società solidale che non si basi esclusivamente sul profitto, che non emargini chi, anche solo per un periodo della sua vita, non può.
      E’ anche vero che c’è in me una componente di bastian contrario; mi piace ciò che non vince sempre, ciò che non è alla moda, ciò che non è popolare.

      P.S. sei sicuro che un po’ di sano illuminismo non ci farebbe bene?

      Hasta siempre carissimo Franz!

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