Chissà se saranno sufficienti 34 anni per sapere ufficialmente (perché ufficiosamente lo sappiamo) cosa accadde ad Ustica la sera del 27 giugno del 1980.
Anche quest’anno, soprattutto quest’anno, non voglio dimenticare perciò vi propongo l’articolo di Clamm Magazine:
http://clammmag.wordpress.com/2014/06/27/ustica-34-anni/questo articolo di Clamm Magazine
Fossi in voi lo leggerei, per più di una ragione.
Datemi retta e fidatevi.
MUSEO PER LA MEMORIA DI USTICA
Via di Saliceto 3/22
40128 Bologna
Tel.: +39 (0)51 37 76 80
Mail: info@museomemoriaustica.it
www.museomemoriaustica.it
ORARI DI APERTURA
Venerdì, sabato e domenica h 10.00 – 18.00
Ingresso gratuito
ASSOCIAZIONE PARENTI DELLE VITTIME DELLA STRAGE DI USTICA
www.comune.bologna.it/iperbole/ustica
Cara Silvana, questo tuo post mi riporta allo stordimento che avevo provato per la notizia dell’assurda tragedia avvenuta su una rotta troppo vicina alle abitudini di tanti italiani.
Ci hanno nascosto di tutto, creando un giallo lungo 34 anni e difficile da immaginare anche per il più esperto degli scrittori.
Leggendo i nomi delle vittime, l’elenco sembra infinito, come il dolore di tutti coloro che hanno perso gli affetti più cari e non ne conoscono ancora il vero motivo.
Ti auguro una buona nuova settimana. robi
Carissimo Robi, Ustica è un caso che mi ha sempre interessato, affascinato ed angosciato.
Angosciante, come le stragi di stato, quando il tuo paese anziché difenderti ti uccide.
Un abbraccio e buonissima settimana anche a te.
Besos
Consiglio vivamente di visitare il museo per la memoria di Ustica di Bologna.
Non è semplicemente un memoriale di una strage ma la dimostrazione di volontà di una comunità che non ha accettato di veder cancellata la propria storia dalle tracce radar e dai processi.
Se è vero che la vita non è quella che si è vissuta, ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla, vale la pena di andare a sentire la storia che il DC9 dell’Itavia vuole raccontarci: diventerà parte di noi.
ps
Data la brutalità dell’evento che viene ricordato sembra inappropriato parlare di “bello” ma è davvero difficile usare un termine diverso per l’installazione di Christian Boltanski che è crudele e magnifica allos tesso tempo. Come le testimoni del dolore del cimitero di Staglieno, come la Pietà di Michelangelo quest’opera racconta un dolore e uno sconcerto che va oltre l’evento che rappresenta.
Non posso che essere d’accordo con quanto hai detto.
D’accordo su tutto, sul concetto di bello dell’orrore della morte e dell’assassinio, eppure il museo è commovente e bellissimo.
Grazie, davvero grazie Minh di questa testimonianza.
Un abbraccio forte, un bacio
Silvana