L’arma della preghiera


Pregare è un diritto.

Ed è un diritto che io, atea, non vorrei fosse negato ad alcuno.

Ai cattolici, ebrei, mussulmani, induisti, buddisti, protestanti, anglicani, testimoni di Genoa, avventisti del settimo giorno e chi più ne ha più ne metta e non necessariamente nell’ordine scritto.

Pregare non è, però, un diritto che prescinde dal diritto degli altri.

Pregare, anche insieme ad altri, è essenzialmente un fatto privato.

Ma, comunque lo si voglia considerare non può e non deve essere un’arma scagliata contro qualcuno.

Arma reale o psicologica.

Soprattutto se questa arma viene usata contro chi compie un atto privato, spesso doloroso, certamente personale, e non contrario alle leggi dello stato come un’interruzione di gravidanza.

E invece è quello che accade, ogni martedì mattina davanti al Policlinico S. Orsola di Bologna.

E, sinceramente, ne abbiamo piene le ovaie.

La libertà di uno non può essere la scusa per la vessazione di altri.

Il diritto all’aborto è un diritto garantito dalle leggi dello stato esattamente come il diritto a professare una religione.

Ma come io non vado in chiesa ad insultare o a fare comizi per convincere i fedeli che Dio non esiste, credo sia giusto che i cattolici si astengano dall’andare in luoghi pubblici a fare pressioni psicologiche od azioni di disturbo verso chi non si attiene a dei principi religiosi che, come tali, non sono e non possono essere universali.

Le uniche leggi a cui siamo tutti tenuti sono le leggi dello stato (poi possiamo discutere se siano giuste o meno), ma solo a quelle.

Alle leggi della fede nulla dobbiamo.

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17 pensieri su “L’arma della preghiera

  1. Concordo con quanto hai esposto, far sentire in colpa e alla gogna una persona che, sicuramente con grandi turbamenti, ricorre all’interruzione di gravidanza, consentita da una legge dello stato è cattiveria pura e atroce.

  2. Ma uno può andare a pregare perché sa che dentro l’ospedale ci sono dei bambini che muoiono e vuole essere vicino a loro con questo gesto. Perché invece ci sono persone che con urla e insulti cercano di far smettere la preghiera? Chi è che sta facendo in realtà ‘azioni di disturbo’?
    E in ogni caso in Italia che è (ancora, in parte) un paese democratico esiste la libertà di culto e non è limitata solo alle chiese.

    1. Gentile Andrea, a voler essere proprio precisi, anzi scientifici, non si tratta di bambini, ma di embrioni o feti. Ma solo per la scienza eh, che in questo paese, lo sappiamo, vale meno di zero.
      Inoltre se c’è libertà di culto, c’è anche per fortuna, c’è anche quella di protestare quindi dobbiamo, a questo punto, capire chi disturba chi.
      Se non ci fossero i primi a partire con le litanie non ci sarebbero i secondi.
      Buona giornata.

      1. Possiamo chiamarli in tanti modi (l’ONU li chiama ‘fanciulli’), ma sta di fatto che sono nostri simili, persone come noi (tutti noi siamo stati embrioni….), col nostro stesso tipo di patrimonio genetico, non sono degli alieni.
        Una preghiera così non esprime nessun giudizio contro nessuno (non è stato Gesù che ha detto ‘Chi è senza peccato scagli la prima pietra?’) ma anzi è un’offerta di aiuto alle donne che stanno andando ad abortire perché spinte o costrette da altri, sono tante!
        Tanti si riempiono la bocca di libertà delle donne come paravento per lavarsene le mani e non interessarsi a loro.
        (consiglio la visione di una testimonianza ‘edificante’: http://youtu.be/ZsGoqF2CSHw).

      2. Mi scusi, ma l’ONU chiama fanciulli i fanciulli, appunto. Cioè quelli nati.
        Certo tutti gli esseri umani sono stati embrioni, ma non tutti gli embrioni sono essere umani ed accade anche per cause del tutto naturali e non indotte.
        Sono perfettamente d’accordo con lei quando sostiene che molti si riempiono la bocca con la libertà delle donne per poi fregarsene, ma ci si interessa a loro non pregando quanto, piuttosto, creando consultori che funzionano (e non chiudendo i pochi che ancora resistono), con aiuti duraturi alle ragazze madri.
        Insomma con tutta una serie di misure sociali, mediche e di supporto e non con una preghiera per gli embrioni che, mi scusi il linguaggio, ma non serve ad una coppa. Non serve alla madre, non serve all’embrione, non serve al feto, non serve al fanciullo.
        Insomma un altro modo per lavarsi la coscienza e lavarsene le mani.

      3. Cara Silvana, la Convenzione dei diritti del fanciullo dell’ONU (preambolo) afferma che “il fanciullo (…) necessita di una protezione e di cure particolari, (…) sia prima che dopo la nascita,” Questa affermazione sottintende dunque che anche i non nati sono fanciulli.

      4. Caro Andrea, la protezione prima della nascita la leggo di più come protezione della gravidanza quando una donna la vuole questa gravidanza.
        Ed in questo la dichiarazione dei diritti del fanciullo la trovo ineccepibile.
        Quello che non mi ha mai convinto in queste persone che fanno gruppi di preghiera per “redimere” donne che abortiscono o pregare per possibilità di vita non si preoccupano altrettanto quando quelle vite sono reali e vengono umiliate.
        Non mi risultano sit-in di preghiera negli aeroporti dove partono charter pieni di porci che vanno in molti paesi a fare del turismo sessuale abusando di bambine e bambini.
        Evidentemente quei fanciulli valgono meno di embrioni e feti.
        È proprio vero che l’importante è nascere (ed essere concepiti) nella parte giusta del mondo.

      5. Ma la comunità Papa Giovanni XXIII si occupa di poveri e di oppressi a 360°, non solo prima della nascita (bambini senza famiglia, prostitute, senza fissa dimora, vittime dei conflitti…).
        E in effetti è una logica di coerenza: dalla parte degli ultimi, ovunque.

    2. No, La correggo, pregare su suolo pubblico, come altri tipi di manifestazioni, e’ considerato atto sottoposto ad autorizzazione da parte degli organi competenti, che in questo caso si chiamano Comune, piu’ precisamente l’assessorato alla pubblica sicurezza (polizia municipale).

      Non mi soffermo sulla differenza fra feto e bambimno, e La invito a consultare lo Zingarelli, che e’ un libro molto piu’ aggiornato della Bibbia.

      Comunque sia, Le riporto l’art 19 della costituzione LAICA di questo paese:

      “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume.”

      Ecco, quel buon costume finale non e’ inteso come l’organo di polizia che si occupa della prostituzione, e’ inteso come monito per non invadere la MIA liberta’ intellettuale e fisica se mi trovassi a transitare presso un capannello di cerebrolesi che recitano liturgie che furono degli inquisitori, dei crociati, e di Giovanardi.

      mentre a Mrdjugorie questa regolamentazione non esiste, c’e’ anche un bel paesaggio, Si trasferisca li’, che tanto il Suo uditore non fa’ differenza a riguardo della provenienza delle sue preghiere, e lasci in pace chi tenta di fare il proprio mestiere sancito per legge.

      1. A me sembra invece che l’art. 19 della Costituzione legittimi in pieno questa preghiera.
        Saluti

  3. Cara Silvana, se e’ un marciapiede pubblico, e se i rimbecilliti che lo occupano sono di intralcio, si chiamano le forze dell’ordine e si fanno sgomberare, che se vengo io a recitare i vangeli apocrifi succede proprio cosi’.

    Che preghino dove ostia vogliono, sti lobotomizzati del benzi, ma in ambienti preposti alla preghiera.

    Oppure possono trasferirsi a Hide Park corner, la’ ti fanno dire qualsiasi cosa, persino sostenere la tesi che il Nazareno fosse alto, biondo e con gli occhi azzurri.

    Besos
    Zac

    1. E’ un vero e proprio ostracismo verso chi ha preso una decisione, che può e deve essere personale in piena legittimità.
      Il giudizio, eventualmente, non può essere di queste persone, ma di un Dio eventuale.
      E come vedi gli “eventuali” sono molti e questo dovrebbe far riflettere.
      Besos!

  4. Brava Silvana, io sarei stato molto meno elegante nell’esposizione, ricorrendo all’unica frase sensata di Antonio Razzi: “Fatevi li ca@@i vostri” e non tormentate ulteriormente la sensibilità delle persone per una scelta già tormentata nella sua assoluta legalità.

    Ciao, buona settimana. robi

    1. Se avessero la capacità di considerare la fede ad un altro livello e con sensibilità verso gli altri non sarebbero lì, e se certi politici fossero di un altro livello non li sosterrebbero.
      Ma bisognerebbe, appunto, essere di un altro livello. E, allora, avremmo anche un altro tipo di paese.
      Ciao, un abbraccio
      Silvana

  5. Cara Silvana,
    Come sicuramente non avrai notato sono stato un po’ lontano dal blog e, anche se non vieni mai a trovarmi (o quasi mai), ho letto per caso questo tuo articolo.
    Ho trovato molto interessanti un certo numero di commenti.
    Io personalmente, come medico e come ex-anestesista, sono contrario alle interruzioni di gravidanza (salvo situazioni particolari), ma nel caso che ci descrivi, non ho potuto fare a meno di sorridere.
    Ognuno ha diritto di pregare nello stesso modo come ognuno ha diritto di protestare, però ogni cosa va fatta nel posto giusto e nel modo giusto.
    Certe preghiere potrebbero essere anche utili negli aeroporti, come dici tu (fantastico commento indirizzato a certi pedofili), nello stesso modo come certe proteste potrebbero essere meglio indirizzate verso i tanti politici in combutta coi sindacati che prendono, da decenni, in giro il cittadino onesto facendo precipitare nel baratro una Nazione meravigliosa come l’Italia.
    Quarc

    1. Caro Quarc sono spesso anch’io lontana dal blog, dal tuo, da altri e pure dal mio e me ne dispiace.
      Concordo che esistano luoghi di preghiera e luoghi di contestazione, ma nell’ospedale c’c’è una cappella consacrata dove potrebbe pregare in piena libertà e dignità.
      A quel punto nessuno andrebbe a protestare contro la loro preghiera.
      Forse il mio giudizio è falsato dall’agnosticismo, ma ritengo che la preghiera sia un fatto, essenzialmente, privato o condiviso con chi ha fede, non nello spiazzo pubblico davanti ad un ospedale.
      Grazie della visita e del commento.
      Besos!

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