Detesto il Natale (è politicamente scorretto? chi se ne frega!)


Parlavo qualche sera fa con Franz (mi accorgo proprio ora che ne hai fatto un post), al ritorno da una piacevolissima cena con Milvia (grazie di nuovo, era tutto buonissimo) e con Tonino (quando ripassi da queste parti?), mentre attraversavamo il centro di Bologna sulla sua cavallona di quanto mi infastidisca il Natale con la sua allegria forzata, il suo buonismo di maniera, le sue luminarie kitsch che arrivano sempre più presto ed ecco che trovo su yahoo questa dichiarazione di Selvaggia Lucarelli nella quale mi ritrovo tantissimo.

“Sì, lo so che la frase “Io detesto il Natale” è cosa da zitella acida, ma essendo io zitella da competizione e avendo come noto un livello di acidità pari a quella di una ricotta lasciata a fermentare sotto al sole d’agosto, ho deciso che posso permettermi di dichiararlo forte e chiaro”.

Ora io non sono una zitella e non sono acida come una ricotta sotto il sole d’agosto, ma devo essere, davvero, tanto ma tanto diversamente ironica perchè i motivi per cui detesto il natale, elencati dalla Selvaggia, li sottoscrivo in pieno!

a) Le luminarie e gli addobbi.  Sì, ok, sarà anche suggestivo vedere strade e negozi vestiti a festa, ma vi prego, stabiliamo una data in cui è lecito dare il via alle danze perché ogni anno lucine e neve finta sbucano fuori con un po’ più di anticipo. Non ho capito se i negozianti  sono sincronizzati sul calendario maya, ma è possibile che ormai uno ritorni dalle vacanze estive a Formentera e la cartoleria sotto casa abbia già esposta la scritta luminosa “Tanti auguri”? Ma cosa mi auguri l’8 settembre, che l’abbronzatura regga fino a fine mese? Che il cubano conosciuto in spiaggia mi richiami? Che al mio ritorno in ufficio domani trovi il mio capo sfigurato da un eritema solare?

b)  I sondaggi. Già non sono un’amante dei sondaggi il resto dell’anno, figuriamoci sotto Natale, periodo in cui i sondaggisti tirano fuori dal cilindro amenità varie ed improbabili quali: “Meglio il pandoro o il panettone?”, “Con o senza uvetta?”,  “Mare o settimana bianca?”, “Meglio il pranzo di Natale con tutti i parenti dalla sesta generazione in poi o la legione straniera in Kosovo?” , “Il tappo dello spumante va direzionato sul soffitto o sul setto nasale della suocera?”,  “Natale con i tuoi o con una escort brasiliana?”. Che poi, abbiate pazienza, ma io non ho mai capito la faccenda dei “non so”. Che vuol dire:  il 5% ha risposto “non so”? Ti abbiamo chiesto se preferisci il presepe o l’albero, non se sai dov’è il covo di un boss casalese, cos’è ‘sta reticenza? Ce l’avrai un’opinione tua, a meno che tu non sia Sandro Bondi, quindi esprimiti, di un sì a casaccio o dì tutto quello che pensi al sondaggista dei suoi sondaggi in modo che un domani, quel “non so”, possa trasformarsi in un più appropriato “non so se se abbattere il sondaggista a colpi di macete o con la cucchiarella per girare le lenticchie”.

c) Le statuine del presepe di San Gregorio Armeno con Fini e la Tulliani travestiti da Re Magi che nascondono sotto il ventre del cammello gli atti del rogito della casa a Montecarlo o la statuina di fede che fa Bunga Bunga col bue e l’asinello. Non so voi ma io ogni anno, guardando i consueti servizi dei tg su queste avvincenti trovate, ho la tentazione di abbracciare la fede musulmana.

d) Le file fuori dai negozi. Che siano da Abercrombie o da H&M, io l’uomo che sfida neve e vento di tramontana e affronta stoicamente sette ore di fila per regalare un set di pedalini al suocero, non lo capirò mai. C’è gente che s’è messa in fila a ottobre per comprare una felpa Abercrombie e quando è finalmente arrivata all’ingresso ha scoperto che Abrecrombie aveva chiuso da due mesi e al suo posto c’era una sala Bingo. Davvero, a meno che nel negozio in questione non ci sia Jennifer Lopez che ha appena dichiarato pubblicamente “Oggi limono gratis i clienti, prendete il numeretto!”, non c’è regalo che valga la fila.

e) I prezzi dei personaggi del presepe. Scusate ma io questa non l’ho capita. Com’è che una busta di duecento soldatini in plastica o un set di quindici dinosauri per bambini la pago quattro euro a voler esagerare e uno sfigatissimo  pastore da presepe manco con tanto di gregge ma con un agnellino spelacchiato sulle spalle, mi costa quanto una piega da Aldo Coppola?

f) I giornali di gossip con i servizi posati dei vip sotto l’albero o attorno alla tavola imbandita. Come se non sapessimo che almeno in un caso su due la felice coppietta vip che sorride beata dalle pagine dei giornali baciandosi sotto al vischio mentre il bimbo gioca col trenino elettrico, smontato il set  fotografico, ricomincia a prendersi a mazzate a colpi di torrone mandorlato.

35 pensieri su “Detesto il Natale (è politicamente scorretto? chi se ne frega!)

    1. Di questi tempi se niente, niente vai un po’ contro il sentire comune (come avrebbe detto il Bossi dei giorni lieti: l’idem sentire) ti trovi bollato, in un attimo, come sovversivo

  1. Questo post è semplicemente stupendo, proprio in quanto diversamente ironico. A parte i complimenti dovuti, trovo che sia il natale, così come attualmente concepito, ad essere politcamente scorretto.

  2. Ciao Silvana, rispetto il tuo punto di vista, m,a lasciami dire che io lo attendo con impazienza per poter riabbracciare figli e nipotini, che vivono lontano. Li vediamo solo tre o quattro volte all’anno tra le quali a Natale. Inoltre, come sai, sono credente, e per me è l’occasione di ricordare la nascita del Signore Gesù Cristo. Quindi per me non contano le feste apparenti, le luminarie inutili, gli alberi strappati ai boschi offesi e violati, le grosse abbuffate, i fuochi, i regali costosi, ma soltanto quel tepore d’amore che mi porto per tutti nel cuore per sempre. Per me Natale e Pasqua dovrebbero essere vissute tutti i giorni dell’anno con coerenza religiosa e sociale, anzi di solidarietà umana e sincera fraternità. Tanti cari Auguri di Buono e felice Natale. Che tu ed i tuoi cari possiate godere di buona salute per altri 150 anni! Un abbraccio. Antonio.

    1. Il mio post racconta la mia sensazione degli ultimi natali.
      Non è legge, nè tanto meno lo pretende; mi piace, anzi, l’idea che qualcuno veda ancora nel natale ciò che riesci a percepire tu.
      Io, francamente, ci vedo solo una gran corsa ai consumi ed agli acquisti (oddio forse quest’anno meno per via della crisi) e non più una festa religiosa o di famiglia che sia.
      Però gli auguri di un sereno natale e di un buon anno nuovo te li faccio più che volentieri anch’io.

  3. I prodotti caseari moderni difficilmente contengono sostanze e microrganismi tali da raggiungere campi acidi.
    Sono sterilizzati, denaturati, sono insapori, incolori,hanno tutti la stessa forma .
    Quelli genuini, del casaro, che li produceva con il latte appena munto non esistono più, o meglio, solo in piccoli centri.
    Il Natale.
    Da piccolo lo vivevo e lo aspettavo con gioia : lunga vacanza scolastica, i regali solo dalla Befana, la ricostruzione del presepe.
    Si riproduceva quello della parrocchia con lo spirito religioso che aleggiava nei dintorni di quelle associazioni.
    Poi giunse nella nostra famiglia anche babbo Natale e venne accolto benissimo poichè i giochi venivano usati per tutte le festività.
    Ci fù un cambiamento epocale : la tredicesima venne subito impiegata per regali, rinnovo di elettrodomestici e vestiario.
    Negl’anni a venire le famiglie vennero investite da questa smania degl’acquisti prenatalizi che del Natale religioso avevano ben poco.
    Questo per comprendere il cambiamento delle abitudini della società che io ho registrato in prima linea.
    I prodotti caseari.
    Le tradizioni, i presepi viventi, i mercatini (quelli veri ) artigianali,i pupi per il nonno che costruisce ancora tutto il presepe a mano, ci sono ,ma nei piccoli centri, nelle comunità montane, nei paesini dove la corsa dell’orologio è differente che nella città.Nella vostra bella città, gli acquisti sono in corso poichè ,poco prima del ponte festivo, si partirà tutti, o quasi, per la montagna, per le città d’arte, per evadere dalla corsa giornaliera.
    Poi l’attesa , il rivedersi ”almeno a Natale”, verrà bruciato in poco tempo, il cenone, il pranzo, il dissapore con la cognata, la telefonata dell’amante, il figlio che si è scocciato per due giorni senza F.B., si calcola il rientro evitando la zona rossa per il traffico, il gran mal di testa ,l’influenza per colpa dei caloriferi spenti a casa di tua madre, silenzio, separazione ognuno con il telecomando per ascoltare come si è trascorso il natale . Degl’altri.
    Ciao T.

    1. Che bello questo commento che è un piccolo racconto.
      Mi hai fatto rivivere certe emozioni della mia infanzia, della fanciullezza che non ci sono più neppure per quelli che sono ancora oggi piccoli.

  4. Mi cimento in un elenco alla Fazio:
    elenco delle cose che odio del natale:
    gesu’ bambino bianco.
    Il buonismo a tempo.
    babbo natale vestito di rosso per volere della coca cola.
    l’assenza di Erode fra le statuette.
    Le orde di vecchie impellicciate che bevono la cioccolata dopo la messa.
    L’albero di natale.
    I relativi regali posti sotto.
    I clericanti che cantano le strenne sotto casa mia.
    Gli sms di auguri.
    Le cene aziendali.
    L’angelus di Natzinger.
    Il natale.

    Ciao,
    Zac

    1. “babbo natale vestito di rosso per volere della coca cola.
      l’assenza di Erode fra le statuette.
      Le orde di vecchie impellicciate che bevono la cioccolata dopo la messa.
      L’angelus di Natzinger”

      Sono le quattro cose che mi hanno colpito maggiormente, anche se in poole metterei l’assenza di Erode tra le statuette.

  5. Il natale di oggi è solo la logica deriva di una società dove tutto è finto, tutto è merce, tutto va esibito. Brava e veramente ironica la scrittrice del post!

    1. Sì forse il problema è proprio questo, la finzione.
      La finzione dei riti, la finzione dei sentimenti comuni, la finzione dei rapporti collettivi.
      Si è sgretolato il sentimento di comunità e, forse, ancor di più nel nostro paese attratto da lavorii di pancia dove la cosa più importante è coltivare il nostro orticello in barba a quello degli altri.
      Dove l’opportunismo e la furbizia prendono il posto della solidarietà e del bene comune.

      1. Si, hai perfettemente ragione, si è smarrito il senso di comunità e, ancor più, il coraggio di essere sè stessi, senza infingimenti e senza il timore di non essere apprezzati. Siamo diventati un pollaio chiassoso ed egoista. che tristezza!

  6. Cara Silvana, per il piacere che ho provato leggendo questo tuo post ironico, graffiante, intelligente, ti sei meritata un bonus per almeno dieci cene chez moi…
    Ciao e buona serata!

    Milvia

    1. Ehi là, ciao!
      Non dirlo troppe volte, cara Milvia, che poi ne approffitto; mi fa molto piacere averti divertita.
      Però, cene o non cene, rivediamoci presto!

  7. Ciao,
    io odio il natale ma per motivi differenti. Premesso che non sono cattolica, non compro pastori con agnelli, ma se dovessi fare il presepe probabilmente lo farei con i dinosauri.
    Le lucine per la strada non mi turbano neppure a giugno. La guerra con i sondaggi dura da anni senza tregua. Gli opinionisti sono veramente democratici fanno domande idiote a prescindere da te e dallo spazio-tempo in cui sei inserito.
    Il mio è un malessere differente. Mi sento in qualche modo costretta ad appire felice quando invece non lo sono. Saranno le luci che intontiscono, o la neve (purtroppo quella non posticcia) ma mi ritrovo spesso a pensare alla mia vita in modo catastrofico, a quello che non gira, alla mia inadeguatezza. Si crea attorno a me un’energia opaca che stride con l’albero di natale luminoso, con la signora che pazientemente fa la fila per comprare il regalo al figlio ( io invece divento irritabile ed irascibile). Mi sa che non sono le mie opinioni sul natale e neppure il natale ma sono io ad essere politicamente scorretta!

    1. Comincio a provare un sentimento di ammirazione e vicinanza per tutti coloro che sono politicamente scorretti.
      Secondo me non è l’inadeguatezza, che può essere presente in ognuno di noi in tante circostanze, ma proprio questo tipo di società ad essere inadeguata ai veri bisogni degli esseri umani.

  8. Grazie del commento sul Natale. E’ molto interessante in quanto non critica tanto il Natale,ma quello che il commercio e le persone lo hanno fatto diventare e cioè una sorta di speculazione selvaggia. Mi interessa anche come monologo teatrale e vorrei chiedere il permesso ,con i dovuti omissis, di poterlo interpretare a livello amatoriale tra amici. Grazie.

    1. Gentilissimo sig. Roberto a me sta benissimo che utilizzi il post per un monologo teatrale ma dovrebbe chiedere, similmente, anche il permesso della sig.ra Selvaggia Lucarelli a cui faccio riferimento nel post.
      Se, magari, ne trarrà un pezzo teatrale me lo faccia sapere, ci terrei.
      La ringrazio
      Silvana

  9. Vorrei dire a tutti quei denigratori ,ed in particolare alla sig.ra Silvana Scricci, ma se il Natale non vi piace perchè ci ricamate sopra? Non avete altro a cui pensare? Oppure non avete argomenti, siete alla frutta!
    Viva il Natale e gli sprechi – x chi se li puo’ permettere!

    1. Avrò il diritto sul MIO blog di dire quello che mi pare e piace?
      Liberissimo lei di amare ciò che vuole e come vuole.

      1. Giusto per restare in clima natalizio…posso sprecare (ti assicuro che me lo posso permettere….anzi ne ho una montagna) un “vaffa” di cuore al signore di cui sopra?
        a.y.s. Bibi

  10. cara Silvana, credo che più o meno qualsiasi sano di mente (anche i cosiddetti “amanti del Natale”) detesti tutti i punti da te elencati..
    Natale è sempre prima (le luminarie post-Ferragosto), sempre più “ricco” (di panettoni e dolci ibridi tipo il pandorettone, o panettondoro non ricordo), sempre “patinato”, e in fondo sempre più vuoto.

    io cerco di vivere il “mio Natale”, che vuol dire lunghi pomeriggi in famiglia (perché ci voglio stare, non perché è obbligatorio), tortellini e qualche regalo alle persone a cui voglio bene. e cerco di non guardare dalla finestra per non vedere cos’è invece il Natale oggi.

    1. Io sono arrivata a un tale punto di saturazione che lo salterei proprio di netto.
      Ma d’altronde aspetta di avere la mia età….

Lascia un commento