Farò anch’io il mio tributo al giorno della memoria.
Ma svuotata e con amarezza.
Non serve a nulla, diventa un giorno come un’altro di cui si parla ma che non si sente più nel cuore, nella testa e nella pancia.
Come il l’8 marzo, come il 1 maggio, come il 25 aprile.
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Un uomo che coltiva il suo giardino come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere un’etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Un uomo e una donna che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
(Louis Borges: I giusti)
Per alcuni aspetti hai ragione, c’è il rischio che diventi un giorno che serve a poco perchè non più collegato a ciò che voleva rappresentare.
Proprio come la festa della liberazione a cui la giornata della memoria è strettamente correlato-
e basta con ‘sto politically correct. Ci sono barzellette su italiani, tedeschi, rumeni, zingari…
E guarda caso, tutti hanno qualcosa a che fare con l’olocausto.
io sono convinto che le date e le ricorrenze siano giuste e debbano rimanere, ma non possono essere isolate, devono essere ricordate non solo in quel dato momento altrimenti verrano sopraffatte dall’ipocrisia
un saluto
C’è bisogno più che mai di quei ‘giusti’ silenziosi evocati da Borges: ne è una riprova proprio quella bustina di zucchero, la cui ‘geniale’ battuta, banalizzante e moralmente volgare, non può fare sorridere.
Non sarei però così sicuro che al giorno d’oggi quei giusti bastino davvero per ‘salvare il mondo’…
Un caro saluto e un abbraccio.
Franz
cara silvana, io mi sono astenuto quest’anno. avevo paura mi uscissero troppe ovvietà, così mi sono immerso nella lettura di articoli storici e in fotografie d’epoca.
purtroppo, e non c’è bisogno di dirlo, il razzismo è ancora in mezzo a noi. oggi più che mai probabilmente.
e giorni del genere dovrebbero servire non tanto a ricordare gli orrori del passato ma a far riflettere per non commettere più azioni simili.
Proprio ieri stavo guardando un libro di fotografie sugli ebrei nei campi di concentramento…
…mi chiedo ancora come certa gente abbia il coraggio di fare battute, di NEGARE l’olocausto…